domenica 17, il programma "Le Iene", è ritornato all'attacco sul tema dei Filtri Antiparticolato (FAP). La tesi che hanno sostenuto è che i veicoli che hanno il filtro installato sono più pericolosi per la salute umana di quelli senza filtro. La dimostrazione della loro tesi viene fatta servendosi di una autofficina autorizzata, che ha effettuato la prova di rilevazione dei fumi, utilizzando un filtro bianco che si scurisce in funzione del particolato che gli passa attraverso. Il filtro è stato portato all'attenzione del Prof. Montanari che, mediante un microscopio a scansione elettronica (presumo), ha evidenziato che il FAP non trattiene il nanoparticolato, anzi eliminando il particolato più grosso che lo aggrega a se, ne favorisce la fuoriuscita in modo volatile.
Le Iene non forniscono spiegazione di come le prove sono state effettuate ne la loro conformità scientifica alle norme di prova standardizzate, probabilmente lo danno per scontato, ma non lo mostrano.
Il Ministero dei trasporti, in seguito alla questione "Dieselgate" ha chiesto al CNR una relazione di dettaglio sul problema dei FAP. Questa relazione è stata redatta citando i metodi di prova e le norme di riferimento.
qui trovate pubblicato il file, di cui vi ripropongo di leggere le conclusioni:
Mi ero già occupato della questione quando Le Iene aveva tratto il caso Dukic.
Occorre dare tutta l'informazione completa. Le Iene potevano andare a leggersi il documento dato che è stato pubblicato il 3 marzo 2016, quindi ben 1 mese e mezzo fa.
Ivan Catalano
il numero delle nano-particelle emesse durante la rigenerazione è di circa 100-1000 volte più alto rispetto a quelle emesse in normali condizioni di funzionamento, ma limitato circa all’1-2 % del tempo di funzionamento del motore tra una rigenerazione e la successiva. Le emissioni di nanoparticelle di un veicolo valutate in una percorrenza media (inclusa una rigenerazione) risultano notevolmente inferiori a quelle che verrebbero emesse nell’atmosfera, dallo stesso motore, in assenza di filtro;
Quindi non è negato il fatto che in un periodo di tempo il FAP produca più nanoparticelle, ma è confinato in un tempo tra l'1% e il 2% di utilizzo del motore, dopo di ché per il restante 98% del tempo la riduzione è drastica. Inoltre sembra quasi, da come è impostato il servizio, che il FAP sia addirittura peggiorativo, non considerando il fatto che taglia le emissioni delle particelle tossiche del 95% come evidenziato dallo studio.
In definitiva si ha evidenza che le emissioni di particolato misurate (con protocollo PMP) in un intervallo di funzionamento del veicolo (rispondente alla norma Euro 5/Euro 6) che comprenda anche una fase di rigenerazione, rispetto alle motorizzazioni senza FAP/DPF (Euro 4): - sono ridotte in termini di massa (PM) di almeno il 95%; - sono ridotte in termini di numero (PN) di almeno il 95%.
Occorre dare tutta l'informazione completa. Le Iene potevano andare a leggersi il documento dato che è stato pubblicato il 3 marzo 2016, quindi ben 1 mese e mezzo fa.
Ivan Catalano
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