Il 15 settembre 2014 ho presentato l’interrogazione n. 4-06030, incentrata su un grave fatto di cronaca - il suicidio di un dipendente postale - e sulla pratica c.d. del “tavolo pulito”, pratica in base alla quale, indipendentemente dalla gravosità del lavoro, l'agente postale verrebbe segnalato alle strutture preposte per eventuali provvedimenti se non recapita l'intera corrispondenza del giorno.
Il Governo ha risposto che "per quanto concerne la pratica del tavolo pulito Poste Italiane ha precisato che con Direttiva interna n.2 del 1996, integrata dalla Circolare n. 30/1999, è stato introdotto un nuovo sistema di recapito della corrispondenza, basato sulle c.d. areole. Con tale sistema il territorio nazionale veniva ripartito in aree, ciascuna delle quali era affidata ad una squadra di porta lettere numericamente rapportata all'estensione del territorio da servire".
"La presenza in servizio degli operatori era in funzione della variabile entità del corriere quotidiano da smaltire; fermo restando l'orario settimanale di 36 ore, secondo quanto comunicato dalla società" ed "era possibile modulare il monte ore giornaliero di ciascuna squadra di portalettere, numericamente rapportata all'estensione del territorio da servire".
Prosegue poi nel senso che " a fronte del comportamento di dipendenti che, in attuazione di uno stato di agitazione , non avevano correttamente garantito il funzionamento dell'areola, Poste Italiane attivò procedimenti disciplinari che furono impugnati dalle stesse Organizzazioni sindacali, assumendo che si trattasse di un comportamento antisindacale, lesivo del libero esercizio di diritto di sciopero". La magistratura, accertando che la prestazione dei portalettere non configurava nè un'ipotesi di lavoro straordinario nè di lavoro aggiuntivo, trattandosi invece solo di una diversa forma di erogazione della prestazione lavorativa, ha dato ragione a Poste Italiane.
Quanto ai licenziamenti, l'Azienda - per bocca del Governo - ha precisato che, nel dicembre 1999, a seguito di un ritrovamento di un ingente quantitativo di corrispondenza, di tipologia stampa, giacente presso l'ufficio postale di Nola, "furono accertate responsabilità operative dirette a carico di numerosi portalettere in servizio presso il suddetto ufficio". I provvedimenti di licenziamento furono impugnati e risulta che una risorsa fu reintegrata a seguito di una ordinanza del Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Nola, mentre cinque casi furono derubricati in sanzioni conservative.
Il Governo ha poi risposto sul caso del dipendente CPD di Campobasso suicida dopo che, a bordo della sua auto privata, erano stati rinvenuti circa 640 oggetti di corrispondenza massiva e commerciale. Il Governo ha chiesto informazioni a Poste, la quale ha chiarito che senza che la detenzione ed il trasporto della corrispondenza mediante auto privata non erano stati autorizzati ed ha riferito che l'indagine fu gestita dalla competente Funzione Aziendale in accordo con la Guardia di Finanza.
Sono abbastanza soddisfatto della risposta del Governo, puntuale seppur non esaustiva. Continuerò a interessarmi alle condizioni e alle prestazioni che il sistema postale offre ai cittadini, nonché alla legalità del lavoro al suo interno.
Ivan
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