Ieri in commissione trasporti è stato audito l'Ing. Francesco Caio, amministratore delegato del gruppo Poste Italiane.
Il mio intervento, visionabile sul sito della camera a partire da 1:07:000, prende in esame diverse questioni. L'ing. ha più volte detto nel suo discorso che nonostante l'aumento di fatturato il margine operativo è diminuito rispetto a quello del 2010, attestandosi intorno ai 700 milioni di Euro. Il dato è influenzato enormemente dal peso delle perdite del servizio di corrispondenza che a parità di costi di gestione degli uffici, con il calo dei volumi di corrispondenza, ha visto un calo di fatturato. Il mio discorso prende in considerazione questo dato e chiedo, articolando con più esempi, una azione di recupero dello spreco, partendo dal controllo sugli appalti per la consegna della posta raccomandata, alla gestione del personale, che ricorre a contratti a tempo determinato (causando il fenomeno degli exCtd) per sopperire alla mancanza di capacità organizzativa nella turnazione delle ferie, controllo su come vengono spesi i soldi nella sicurezza degli uffici postali e sugli appalti nel porta valori.
Ogni giorno si sentono notizie di rapine, furti. La cosa che mi preoccupa è la figura del postino telematico che, secondo i piani dell'azienda, potrà ritirare addirittura contante per le ricariche delle PostPay, esponendolo a possibili aggressioni e rapine durante l'esercizio della sua mansione. Come intende poste garantire la sicurezza del postino telematico?
Alle mie domande non è stata data risposta. Potete visionare tutta la mia attività ispettiva su poste italiane usanto il database della camera dei deputati, interrogazioni che denunciano problemi seri nell'azienda e che ho portato più volte a conoscenza sia dell'Ing. Caio ora che all'Ing Sarmi amministratore prima di lui.
Attendo fiducioso risposte che alla spicciolata comunque stanno arrivando.
Ultimo caso è PosteShop in perdita di 12,5 milioni di euro. L'Ing, Caio non si capacita di come sia possibile, bhe io ho depositato una interrogazione a riguardo che forse una spiegazione la da.
Io ritengo che dobbiamo decidere cosa vogliamo far fare a Poste Italiane Spa. Ormai il suo cor business sono i servizi finanziari e assicurativi, ma non è una banca in quanto priva di licenza. Il settore della logistica pare in ripresa del 10%, mentre il recapito perde costantemente terreno. Io sono sfavorevole alla vendita delle quote di possesso del MEF al mercato, preferirei che poste venda ciò che non le da utile e che il parlamento si impegni verso un processo serio di Liberalizzazione regolata del mercato postale. Il Mef e il Mise possono tranquillamente stipulare un contratto di servizio universale con più attori del mercato trovando soluzioni con anche gli attori privati per coprire tutti i comuni italiani anche quelli più periferici che poste italiane fatica a coprire per i suoi alti costi di gestione.
Lavoriamoci seriamente.
Ivan Catalano
PS: appena pronto allegherò il resoconto stenografato (da me) del mio intervento
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