Ho recentemente depositato una risoluzione in materia di privatizzazione delle Ferrovie dello Stato, co-firmata da numerosi colleghi.
Con essa, ho voluto motivare la mia più decisa opposizione al piano di privatizzazione delle FS attualmente in discussione. Tale piano prevede la dismissione del 40% delle quote di proprietà della società capogruppo Ferrovie dello Stato spa, senza prima procedere ad alcuno scorporo della rete infrastrutturale.
Così facendo, verrebbe privatizzato non solo il servizio di trasporto ma anche la rete: le linee ferrate, i ponti, i depositi, le stazioni e varie altre infrastrutture. Una tale scelta sarebbe tragica nelle sue conseguenze a medio e lungo termine. La rete infrastrutturale ferroviaria, sia convenzionale sia AV, è infatti un monopolio naturale. La sua gestione porta inoltre con sé un rilevante patrimonio di informazioni di rilevante interesse pubblico e privato, anche in un’ottica di ottimizzazione e razionalizzazione del trasporto;
Un monopolio è "naturale" quando la presenza in un mercato di più di un'impresa non è ottimale. La rete ferroviaria è l'esempio tipico: sarebbe una follia e una grave inefficienza avere due linee di binari parallele in concorrenza tra loro. Stante l’impossibilità di sviluppare un mercato concorrenziale, risulta opportuno, anche secondo le teorie economiche classiche, che il monopolio sia gestito dal pubblico, così prevenendo l’affermarsi di un più dannoso monopolio privato. Ma vi è di più. Un controllo pubblico, terzo e imparziale della ferrovia rappresenta addirittura la precondizione affinchè possa svilupparsi una sana concorrenza tra gli operatori economici privati che, attraverso tale rete, forniscono i propri servizi di trasporto ferroviario.
La privatizzazione del Gruppo Ferrovie dello Stato, senza preventivo scorporo della rete, darebbe vita a un monolitico blocco pubblico-privato, tale da ostacolare la concorrenza e ingessare il mercato italiano per decenni, in contraddizione con qualsiasi teoria economica moderna e con i principi fondamentali dell’integrazione economica europea.
Io e i colleghi co-firmatari abbiamo quindi chiesto al Governo di valutare forme di privatizzazione del Gruppo Ferrovie dello Stato tali da mantenere la rete infrastrutturale sotto un pieno, terzo e imparziale controllo pubblico, di elaborare uno schema di privatizzazione che, anziché coinvolgere l’intero Gruppo, preveda un progressivo unbundling e, infine, di prevedere - prioritariamente - la privatizzazione dei servizi di cargo ferroviario.
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